STIMOLANTE, GRADEVOLE E PROFICUA SERATA IN
OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DEL NUOVO LIBRO DI FRANCO
EMILIO CARLINO SULLA STORIA DI MANDATORICCIO
L’iniziativa patrocinata dal Comune di
Mandatoriccio è stata organizzata dalla Pro Loco. Mercoledì
17 agosto 2016, nella splendida cornice del Centro Storico
di Mandatoriccio, nel Centro Sociale di piazza Municipio,
circondata dal Castello feudale e dalla Chiesa Madre dei SS.
Pietro e Paolo, si è tenuto uno degli eventi estivi in
cartello nel programma dell’estate mandatoriccese agosto
2016, che ha riguardato la presentazione, a più voci, del
Volume di Franco Emilio Carlino, Mandatoriccio Storia di
un Feudo. Dal Nobile Casato dei Mandatoriccio di
Rossano alla blasonata famiglia dei Sambiase di Cosenza. Dai
Toscano – Mandatoriccio fino all’Unità d’Italia. (1619-1860).
La manifestazione, che ha coinvolto numerosi
partecipanti del luogo e del territorio pre silano ionio
rossanese, ha rilevato gl’interventi: dell’Editore Ivan
Porto, della casa Editrice Imago Artis, che ha coordinato
anche i lavori della serata, del Sindaco di Mandatoriccio,
Avv. Angelo Donnici, di Franco Joele Pace, autore della
Prefazione al Volume e di Mario Falanga, prof. di Diritto
Amministrativo Libera Università di Bolzano, dell’Autore,
mandatoriccese di nascita e rossanese di adozione,
collaboratore della testata giornalistica “La Voce”,
Periodico Indipendente di Rossano e Circondario e membro del
Comitato Scientifico dell’Università Popolare Rossanese.
Non sono mancati altresì i contributi di un
pubblico molto attento e qualificato, che ha fatto
registrare anche la presenza del sindaco di Pietrapaola e di
molti autori locali e del territorio, esperti, studiosi e
storici che hanno molto apprezzato l’iniziativa dimostratasi
stimolante, gradevole e proficua ai fini di una comune
riflessione per rilanciare il territorio partendo proprio
dalla sua storia.
Il Sindaco dopo aver molto
apprezzato il nuovo lavoro dell’Autore riguardante
la Storia di Mandatoriccio, ha evidenziato come i pochissimi
riferimenti storici finora rilevati sulle origini di
Mandatoriccio ne avevano sino ad oggi presentato uno stato
frammentario se non addirittura poco chiaro. Pertanto, “La
pubblicazione Mandatoriccio storia di un feudo che
oggi lo stesso Autore ci propone è probabilmente la più
ambiziosa, per il dichiarato intento di affrontare lo studio
e la ricerca del periodo che va dagli inizi del seicento,
nel quale lo Studioso data la nascita del Feudo, fino
all’Unità d’Italia (1860). Essa quindi costituisce un
passaggio importantissimo nella ricerca complessiva della
ricostruzione storica di questo comune: la fase
probabilmente conclusiva degli aspetti più controversi e
meno indagati delle Origini e dello sviluppo del
Territorio”. Proprio per questi motivi, dopo essere stato
eletto sindaco, ho fortemente inteso affiancare in ogni modo
le rare ricerche, gli studi e ogni sforzo culturale, mirato
a scoprire le vere Radici della Comunità di Mandatoriccio
interagendo con l’Autore, di cui ho apprezzato la passione e
la forte volontà, anche nelle precedenti quattro
pubblicazioni dedicate alla nostra comunità sostenute dal
Comune e largamente apprezzate, di ricercare notizie e
documenti veri, frutto evidente di autentica sensibilità e
predisposizione allo studio.
È seguito l’intervento del prof. Mario Falanga che nel
produrre un’accurata analisi del testo, offrendo un giudizio
interessante e molto positivo sull’opera, ha posto in
evidenza i tre aspetti sui quali ha poi articolato il suo
procedere nella presentazione, ossia il metodo storico, il
valore dell’opera e il merito soffermandosi poi sulle
caratteristiche del libro del quale, al di là della
numerosità delle pagine, ne ha evidenziato il periodare
molto fluido e la presenza di una ricca argomentazione.
L’Autore, inotre, continua ancora il Falanga, è molto
corretto nel riportare le fonti e il pensiero degli altri
autori avendo rispetto delle singole posizioni. Riguardo
alla metodologia storica ne ha rilevato il positivo
procedere storico e il suo continuo raffronto tra storia
locale e storia generale.
L’intervento di Franco Joele Pace, che ha curato la
prefazione al volume, è servito ancora una volta per mettere
a fuoco il controverso passaggio dai Mandatoriccio ai
Sambiase autori della creazione e dominio di un importante
complesso feudale.
Le conclusioni affidate all’autore sono servite a fare il
punto sui contenuti dell’opera che lo stesso ha
ufficialmente consegnato alla sua comunità, ma anche e
soprattutto per stimolare i presenti verso compiute
riflessioni mirate a rilanciare il territorio.
Nel suo articolato intervento Franco
Emilio Carlino, dopo aver ringraziato i presenti per la
partecipazione,
l’Amministrazione Comunale, per aver patrocinato
l’iniziativa e per la collaborazione offerta in questi anni,
il Sindaco, Angelo Donnici, il Presidente del Consiglio
Comunale, Franco Brunetti, la Pro Loco, gli amici storici,
Franco Joele Pace e Mario Falanga, e gli Editori Ivan Porto
e Arianna Garofalo
e quanti si sono adoperati e collaborato ai
diversi livelli per la riuscita dell’iniziativa, ha così
dissertato: “Animato come sempre dalla passione e dalla
riconoscenza nei confronti del mio Paese natio, al quale
sono profondamente legato, ho cercato ancora una volta, di
scavare e indagare nelle vicende, le influenze e le
testimonianze storiche del Casale, oggi splendido Borgo
adagiato alla base dei declivi montuosi della Sila su una
collina prospicente il tratto di mare del basso Jonio
cosentino, ricostruendone il periodo più controverso e meno
indagato delle Origini e dello sviluppo del Territorio che
va dagli inizi del Seicento, data di nascita del Feudo, fino
all’Unità d’Italia (1860).
Le motivazioni che mi hanno portato a
questa nuova pubblicazione sono l’affetto e la riconoscenza
verso questo paese e la voglia di andare in profondità per
conoscere le nostre origini, la nostra identità, i nostri
padri e predecessori.
Il presente volume si divide in due parti.
Una prima parte nella quale dopo le analisi e le
considerazioni sulle origini della sua fondazione, sviluppa
i diversi profili di Mandatoriccio: Geografico-Ambientale,
Demografico-Fiscale, Urbanistico-Architettonico, Artistico
Archeologico, Storico-Economico-Sociale dagli albori ai
nostri giorni. Nella seconda parte, invece, è stata trattata
la storia delle famiglie che hanno governato Mandatoriccio
con le relative vicende che hanno accompagnato il periodo
preso in esame.
Come già dicevo qualche anno fa, -continua
l’autore- quanto realizzato sta nella elaborazione di un
progetto complessivo che mi ha visto impegnato in questi
anni nella stesura di ben cinque pubblicazioni su
Mandatoriccio. Ognuna con le diverse angolazioni e tutte
finalizzate a conoscere nel nostro presente, il nostro
passato e se possibile pensare in maniera diversa e positiva
come programmare il nostro futuro, sapendo, che se le date
venute fuori dalla presente elaborazione sono, come io
credo, sostanzialmente esatte, la nostra Mandatoriccio nel
periodo che va dal 2019 sino al 2034 compirà quattrocento
anni di vita. L’evento, pertanto, non può essere lasciato al
caso, ma è necessario attivarsi per caratterizzare il nostro
territorio perché esso possa esprimere tutte le sue
potenzialità, anche quelle che finora non sono state
sufficientemente valorizzate. Ed è per questo che mi
permetto di sottoporvi queste mie riflessioni, perché venga
aperto un dibattito a 360° sullo stato e sul futuro della
nostra cittadina che dovrebbe essere ripreso con più energia
partendo proprio dalle nostre acquisite conoscenze non solo
per sostenere la nostra cultura, ma soprattutto per farla
conoscere agli altri, e soprattutto alle nuove generazioni.
Tale ricorrenza, pertanto, potrebbe
essere lo stimolo giusto per avviare una riflessione e
richiamare la comunità tutta, le varie associazioni, e gli
amministratori a un significativo rilancio culturale della
nostra città, attraverso un progetto di ampio respiro che
coinvolga indistintamente tutti, ognuno nel proprio ruolo,
insieme ad alcune figure specialistiche ed esperte che
possono in qualche modo fornirci idee e proposte da
elaborare per ottimizzare quanto di meglio esprime il
territorio. Con il presente volume, oltre alle notizie sulle
famiglie che ci hanno governato, offro alla comunità molti
spunti di lavoro, fotografie di una realtà che ci dice
com’eravamo e come siamo da cui partire per allargare i
nostri orizzonti in prospettiva di un progetto di ampio
respiro proiettato a costruire qualcosa per la Mandatoriccio
di domani. Continuando il ragionamento, l’autore indugia sul
Capitolo V del libro, quello relativo all’analisi del
profilo artistico-archeologico di Mandatoriccio per proporre
utili elementi ai fini di un possibile intervento
dell’Amministrazione Comunale allo scopo di dare maggiore
impulso alla caratterizzazione del territorio partendo da
ciò che già si conosce, come la presenza dei Brettii nel
territorio, di essere Mandatoriccio nata nel territorio di
Pietrapaola, di essere stata da sempre una via della
transumanza e di passaggio, tutti fattori che ci richiamano
a sollecitare l’intervento di affermati studiosi. Inoltre,
il tutto muove dai numerosi rilevamenti archeologici portati
alla luce e a noi ormai noti grazie a studiosi come il
Canino, che informa della presenza sul territorio di civiltà
cavernicole e resti di culture diverse tra le quali
preminente quella sicula; di tombe rupestri di tipo siculo a
cavernetta dell’VIII secolo a.C. e di tombe rupestri a
Mandatoriccio nelle quali sono stati trovati i resti umani
rinvenuti rannicchiati col processo dell’inumazione e con
frammenti fittili di corredo sepolcrale, di Giovanni Guzzo
c’è ci conferma la presenza Brettia nel territorio
attraverso i siti di Pruìa a Terravecchia, Castiglione di
Paludi a Paludi e le Muraglie di Annibale a Pietrapaola nel
corso dell’età del Ferro, dello storico rossanese Gradilone
che ci parla di testimonianze archeologiche simili a quelle
di Cariati che provano l’esistenza, a Campana, Bocchigliero,
Pietrapaola e Mandatoriccio, di antichi nuclei abitati di
gente italiota e poi bruzia non del tutto estranei agli
influssi e alla civiltà magno-greca, con grotte antichissime
e avanzi di abitazioni preistoriche, tombe scavate nella
roccia, cinte di mura, oggetti vari, monete rinvenute in
questi territori, del Lenormant che riferisce del sito della
Grotta delle Fate con la presenza di cavernicoli, del
numismatico Pasquale Attianese, che ci ricorda la quantità
di monete ritrovate sul suolo di Mandatoriccio risalenti al
periodo della polis achea, ed in ultimo della presenza del
sito di Gabella allo Scalo di Mandatoriccio dove nel 1958
furono ritrovati i resti di un abitato e tombe del periodo
romano-repubblicano e a seguito di ulteriori ricognizioni
per localizzare i resti archeologici a Manche di Procello
furono rinvenute circa 50 anfore di tipo Drassel 1. Tutto
ciò basta per farci comprendere -continua ancora l’Autore-
come il nostro territorio ha dato già prova di possedere
alcune ricchezze, e che pertanto è stato oggetto continuo di
presenze esterne di cui ho ampiamente parlato anche nelle
precedenti pubblicazioni. Ora si tratta di fare un ulteriore
sforzo per cercare di scoprire se esistono altri siti che
potrebbero in qualche modo caratterizzare il nostro
territorio. Tra questi voglio segnalare sia quello delle
Grotte delle Fate e di Campanaro che a mio parere
andrebbero meglio ispezionati e studiati, sia quello delle
Grotte di Sciortarìu sotto Campanaro per
comprendere se questo, apparentemente sito cavernicolo, sia
stato nel tempo un semplice sito scavato nella roccia per il
ricovero degli animali oppure è qualcosa di più importante.
Questa mia ipotesi, del resto contenuta nelle pubblicazioni
è dettata dal fatto che il nostro territorio faceva parte
del territorio originario di Pietrapaola e compreso nel
territorio più vasto della Sila Greca dove si è registrato
un interessante movimento monastico durante il periodo
bizantino. Io mi domando se tutto ciò è vero per il resto
del territorio perché non lo potrebbe essere anche per
Mandatoriccio? Ed ecco perché chiedo al nostro Sindaco di
attivarsi per quanto nelle sue possibilità di avviare
iniziative finalizzate a una seria mappatura archeologica
del territorio comunale. Se quanto ipotizzo per le Grotte
di Sciortarìu fosse vero sarebbe un risultato
straordinario e Mandatoriccio potrebbe inserirsi anche in un
possibile circuito bizantino soprattutto alla luce delle
numerose iniziative dopo il restauro del Codex Purpureus
Rossanensis e del suo riconoscimento come patrimonio
dell’Unesco”.