La Prefazione
di Mons. Francesco MILITO,
Consulente Ecclesiastico della Sezione UCIIM
MIRTO-ROSSANO
e Consulente Regionale UCIIM
A
Franco Carlino la penna non ha mai pesato, né pesa
tuttora.
Dalla
sua dimestichezza con la scrittura è prova
incontrovertibile la scia degli interventi periodici
sulla stampa locale e, in poco meno di dieci anni,
1998-2007 ben sei ponderosi volumi tutti attinenti al
mondo della Scuola, ambiente ordinario del suo lavoro
dal 1970-71.
A
volerne seguire il filo che li lega, se ne scopre uno
spirito di dedizione, motivato nel vivere la professione
docente e le funzioni dei diversi ruoli ricoperti in una
simbiotica e onerosa applicazione passata al vaglio
delle responsabilità in prima linea e nel vivo di
rapporti interpersonali, tutt’altro che facili per
quella ricchezza e quel peso di chi si trova ad operare
in contesti e servizi sociali di ampio respiro e
spessore.
Uno
scrivere, dunque, figlio dell’esperienza e specchio di
un servizio nella e per la Scuola, di un impiegato dello
Stato e di un laico con senso di appartenenza alla
Chiesa, in ciò sorretto da una lunga, ininterrotta
adesione all’U.C.I.I.M., la preziosa Associazione,
fondata con fede lungimirante, or sono oltre
sessant’anni (1944) da Gesualdo Nosengo.
Il
presente volume si colloca in quest’alveo ed il suo
impianto semplice e chiaro ne definisce la natura di
silloge di testi, pubblicati e non, di date e di dati
seriali sulla vita della locale Sezione di
Mirto-Rossano, relativamente all’ultimo sessennio
(2002-2007) ed al compiersi dei 30 anni dalla fondazione
(1978).
Si
è così condotti, per come indica il titolo, in Percorsi,
che “giorno dopo giorno” fanno un bilancio e una cronaca
del più recente passato, al tempo stesso continuazione e
completamento dei primi cinque lustri (1977-2003),
oggetto di una precedente opera con la quale si salda
inscindibilmente.
Ora,
come allora, se è stato possibile a Franco cimentarsi in
un’impresa redazionale onerosa e complessa, la
condizione favorevole è data indubbiamente dalla cura e
dalla conservazione del materiale via via prodotto.
Verbali,
corrispondenza, servizi giornalistici, ma anche
progettata e portata avanti con determinazione, è,
invece merito personale, dovuto alla passione con cui ha
assecondato uno stimolo, partecipato nella fase di idea
iniziale al Direttivo della Sezione e sostenuto in corso
d’opera dalle figure “storiche” la cui testimonianza
diretta e personale ha potuto imprimere un sigillo di
garanzia ed un timbro di autorevolezza, mentre l’oculata
strategia di diffusione – scoglio obbligato di ogni
impresa tipografica – va vista come naturale sbocco di
conoscenza più vasta per un pezzo di storia, a tanti o
poco noto, o sfiorato per circostanze particolari, ma
non colti in una visione di sintesi unitaria.
Certo:
finalità e impostazione del volume non si sottraggono al
rischio del doppiaggio, più che della ripetizione, di
testi simili sullo stesso argomento, o di lieve
rielaborazione tra la presentazione dei punti
programmatici e la loro effettiva realizzazione.
Ciò
nondimeno, è proprio la completezza della documentazione
che avvia, segue e conclude un’iniziativa che dà modo,
poi, di verificare linearità, perfezionamento,
rimodulazione, necessità di ritornare su una prospettiva
data, alla luce del nuovo, tipico di ogni processo
evolutivo e attento più ad una flessibilità, funzionale
al suo migliore compimento, che non rigido e fisso agli
schemi di partenza, sia pure già frutto di condivise
valutazioni finali.
Ma
dietro a nomi che ritornano di continuo, a motivo di
ruoli e funzioni svolti all’interno del Direttivo, o di
altri invitati ad arricchire, con più vasta esperienza e
qualificata docenza, le conoscenze di base e ad aprire
più viva l’intelligenza sui nuovi scenari che le scienze
della formazione e l’adeguamento alle incessanti riforme
della Scuola andavano profilando, c’è un vissuto di
tempo e di lavoro, di cura e di fatica che solo ogni
singolo interessato potrebbe descrivere e che va ben al
di là dei riferimenti che si incontrano nel testo.
Si
pensi a che cosa abbia significato per ciascuno di loro
contemperare le ordinarie incombenze familiari e
professionali – mai identiche a se stesse, per quel
germe evolutivo insito nella vita di ogni giorno, con
l’onorare ed il far fronte a responsabilità assunte a
seguito della loro accettazione.
Né
si potrà mai compiutamente dire la laboriosità delle
analisi e la ricerca di conclusioni unanimi o di
posizioni convergenti per assicurare il cammino della
Sezione, nonostante ostacoli e pesantezze, difficoltà o
remore, stili e temperamento di cui si è portatori.
Sullo
stesso piano vanno posti, di rivolto, le soddisfazioni e
la gioia per la realizzazione di progetti ed iniziative
a lungo pensate, pazientemente organizzate, finalmente
riuscite.
Sebbene
puntualmente sia tutto registrato e commentato, chi
potrà dire il clima sereno e di affiatamento respirato
in occasione di uscite periodiche in gruppo all’insegna
di una simpatica spontaneità e vivace allegria, in
viaggio o a tavola?
Del
devoto raccoglimento nell’ora della preghiera liturgica
e della scoperta dei luoghi dello Spirito, che hanno
rappresentato negli ultimi anni una delle esperienze più
organiche ed arricchenti a partire dal fascino che
promana sempre dai luoghi abitati dalla santità, il cui
profumo sembra respirarsi più intenso per l’appartenenza
alle genti di Calabria e l’opera svolta in territori a
noi vicini ed in epoche relativamente non molto lontane,
se ancora conservano le reliquie di una presenza viva.
Ma,
dietro a date e numeri, luoghi e temi sta soprattutto il
drappello dei Soci, il “popolo” dell’U.C.I.I.M..
Gli
elenchi degli iscritti, cioè di coloro che hanno dato la
propria adesione, non compaiono tra le pagine e, per
quanto se ne possano individuare i motivi, non v’è
dubbio che si tratta di un’assenza che, colmata,
aprirebbe a commenti su più piste: dai fedelissimi delle
origini, ai fedeli temporanei, ai saltuari, alle new
entry o alle perdite definitive, a qualche capolino di
passaggio; dell’appartenenza e al passaggio nelle
diverse Scuole di ogni ordine e grado; dalla titolarità
delle cattedre agli incarichi ricoperti, per la fiducia
dei colleghi e/o dei dirigenti o, come fra questi,
avanzati di carriera: è tutto un mondo che la memoria
riscopre, e per il quale gli istogrammi sul numero dei
Soci e dell’evoluzione delle adesioni rappresentano
appena l’avvio per verifiche e valutazioni più complete.Eppure
sono proprio i Soci la base solida dell’Associazione e
la linfa della sua vita, alla cui circolazione è pur
vero soccorre e contribuisce in modo determinante la
capacità aggregante e di coinvolgimento dei più attivi,
ma rinvia ad una considerazione incoraggiante.
Se,
infatti, nonostante tutti i limiti e le assenze
riscontrabili, non s’oppone un rifiuto per
l’appartenenza ad un sodalizio che si qualifica come
“cattolico” – e perciò con etichetta non sempre ben
vista – e da cui, ordinariamente, nulla v’è da sperare
come rientro di un tornaconto possibile –
fondamentalmente significa che una base interiore di
spiritualità cristiana permane in tanti, a dispetto di
tutti gli elementi che, dentro e fuori la Scuola,
congiurano contro.
E
proprio da questo “fondo” si dipartono i motivi
ispiratori che sorreggono quanti il senso di
appartenenza autentica all’U.C.I.I.M. avvertono con
responsabilità.
Operare
correttamente e coerentemente è un assioma deontologico
universale, ma che spesso lascia a desiderare.
Operare
senza riserve, con apertura di mente e di cuore, in una
disponibilità intelligente e spesso interessata, ma
soprattutto sorretta da superiori motivi di fede, non
rientranti nei fondi di incentivazione, è di una
preziosità di cui talora è possibile appena registrare
gli effetti a partire dai risultati positivi che
producono e da inversioni negative fugate.
Lo
spirito di fede dei Soci U.C.I.I.M. difficilmente può
essere descritto, ma resta di certi inscritti nel cuore
di Dio e nell’opera di lievito nella massa.
Sta
qui il senso autentico e vero dell’interesse sempre
vigile e attento con cui l’U.C.I.I.M. si è posta non
accanto, ma sul vivo del mondo della Scuola.
E’
quanto deve leggersi nel calendario delle alternanze tra
riunioni del Direttivo Sezionale, gli incontri di
formazione spirituale con i ritiri in Avvento e
Quaresima, le Assemblee dei Soci, i Corsi di formazione
per i Docenti.
E
che non di circuiti ristretti o autoreferenziali si
tratta è dato dalla presenza piuttosto costante dei
vertici della Presidenza nazionale e dell’opera di
consulenza specializzata richiesta.
Chi
ha vissuto, dunque, ed ha partecipato con intensità
quanto documentato nel libro, vedrà riaffiorare alla
memoria una serie di ricordi senz’altro positivi; chi
diversamente, s’è mantenuto sui bordi ha materia
sufficiente e precisa per farsene un’idea e correggere
qualche tiro critico.
Se
questo libro non è, dunque, la storia dell’U.C.I.I.M. di
Mirto-Rossano negli ultimi sei anni, ma la messa in
circolo di date e testi del suo cammino, preziosità e
valore non cambiano in quanto strumento insostituibile
per eventuali futuri approfondimenti e ampliamenti,
prospettiva possibile ma realisticamente non facile per
chi non v’abbia avuto familiarità permanente e di
frontiera.
Altre
preziosità, fuori dell’ambito territoriale, gli vanno
riconosciute: quella di delineare il Sito di una Sezione
nel quadro delle altre sparse per l’Italia e dunque
dell’intera U.C.I.I.M., che proprio con questi tasselli
di spessore può leggersi in itinere e dispone di
strumenti per la storiografia che l’interessa.
Anche
in questo caso non di Storia di parte si tratta, ma di
parte – e spesso di che parte! – della Storia della
Scuola in Italia.
Più
precisamente di uno spaccato che dice quanti Cattolici
hanno dato e continuano a dare alla Storia della Nazione
a partire dal proprio ruolo.
Non
dispiacerà qui ricordarlo e ribadirlo: non sarebbe
stato, né tuttora sarebbe la stessa, se al suo interno
non avesse Christifidelis laici disponibili ad assumersi
pesi da cui altri stanno lontano o si guardano bene di
lasciarseli imporre, se non prevedono un tornaconto
utilitaristico e capaci di resistere alle demotivazioni
che una travagliata politica scolastica non cessa di
avere.
Il
testo cos’ì come si presenta ha, dunque, più di un
pregio ed un valore aggiunto che lo rende strumento da
avere sott’occhio per il futuro della Sezione.
Il
cammino di squadra non è mai né semplice, né lineare.
Non
lo è nel nostro tempo per la rimessa in discussione
delle certezze e dei valori prima più stabili.
Non
lo si può dare per scontato, tali e tanti possono essere
i motivi ostativi per un prosieguo sereno e di crescita.
La
dialetticità ed il confronto tra posizioni, talora
divergenti, possono scompaginare la dovuta saldezza
unitaria degli intenti verso gli obiettivi statutari,
tradizione di una testimonianza ecclesiale nella
missionarietà dei settori e degli ambienti di vita.
Guardando
al più recente passato, assumendolo come riferimento per
la continuità, di superamento fra immancabili limiti di
tensione ideale per la conferma ed il miglioramento
delle posizioni raggiunte, queste pagine possono offrire
più di uno spunto.
Si
sarebbe portati a dire che, scorrendo l’elenco dei
precedenti, questo è un altro libro di Franco Carlino.
Un
“altro” appunto, non l’ultimo perché non perdendo il
gusto della scrittura – e perché mai dovrebbe? – né
facendo un bilancio di quanto finora ha dato, sarebbe
giustificata una pausa o un silenzio che si
autoimporrebbe.
Non
compete a nessuno concederglielo, ma è consentito a
tanti dissentire sull’onda di una speranza: il lungo e
impregnato tirocinio fatto con i gradi in truppe scelte
gli ha ormai stampato il gusto della stampa e conferito
l’abilitazione a prestare servizio di completamento più
ampio proprio quando – e forse con non minore dedizione
il congedo dal mondo della Scuola non coinciderà con il
congedo dall’amore per la Scuola da cristiano testimone.
Di
questa disponibilità futura, frutto maturo di una
crescita sempre curata in sé e per gli altri, gliene
siamo tutti grati e riconoscenti. |